La pressione sanguigna arteriosa

La forza esercitata dalle contrazioni dei ventricoli spinge il sangue nelle arterie, determinando un aumento della sua pressione sulle pareti delle arterie, che si propaga come un'onda per tutta la loro lunghezza. 

Alla fine della contrazione dei ventricoli (sistole ventricolare) la pressione all'interno delle arterie raggiunge il valore massimo, definito pressione arteriosa sistolica, a cui corrisponde la cosiddetta pressione massima

Alla contrazione segue la fase di distensione diastolica o diastole: i ventricoli si rilassano e la pressione al loro interno diminuisce, per cui il sangue pompato in precedenza nelle arterie tenderebbe a rifluire nel cuore, se ciò non fosse impedito dalla chiusura delle valvole semilunari, tra i ventricoli e le arterie. Durante la fase di distensione dei ventricoli la pressione del sangue nelle arterie diminuisce fino a raggiungere il valore minimo, detto pressione arteriosa diastolica, a cui corrisponde la cosiddetta  pressione minima

La fase di contrazione non interessa contemporaneamente tutto il muscolo cardiaco, ma interessa prima gli atri e poi i ventricoli. Perciò si avrà prima la sistole atriale (mentre i ventricoli sono in diastole) e successivamente la sistole ventricolare (mentre gli atrii sono in diastole).

Misura della pressione arteriosa

La comune misurazione della pressione arteriosa è effettuata in modo indiretto, utilizzando appositi apparecchi che sono in grado di valutare la pressione del sangue. 

L'apparecchio più preciso e più comunemente usato dai medici è lo sfigmomanometro a mercurio, ideato dal medico italiano Riva-Rocci alla fine del 19° secolo. Esso è composto da un bracciale di gomma collegato da un lato ad una piccola pompa a mano e dall’altro ad un manometro (lo strumento per misurare la pressione) a colonna di mercurio. Poiché lo strumento ideato da Riva-Rocci era dotato di una colonna in vetro contenente mercurio e sulla quale era indicata la distanza espressa in millimetri, tradizionalmente l’unità di misura con cui si riportano i valori di pressione arteriosa massima e minima è definita come “millimetri di mercurio” (mmHg).

Dal 2009 l'uso del mercurio è vietato, per cui oggi gli sfigmomanometri sono dotati di sistemi di misura basati su molle che riportano il valore misurato su un quadrante con una lancetta. 

La misurazione viene effettuata applicando il manicotto di gomma al braccio del paziente, tra l’ascella e la piega del gomito. All’altezza di quest’ultima, dove si possono ascoltare le pulsazioni dell’arteria del braccio (arteria omerale), si posiziona la campana del fonendoscopio, lo strumento utilizzato per ascoltare i suoni prodotti dal passaggio di sangue nell’arteria stessa. Contemporaneamente si palpa il polso dal lato del pollice, per percepire la pulsazione dell’arteria radiale.

Si inizia la misurazione gonfiando il bracciale di gomma con la pompetta ad esso collegata, arrivando fino al punto in cui la pulsazione dell’arteria del polso scompare ed il fonendoscopio non trasmette più alcun suono; a questo punto si gonfia ancora un po’ il bracciale e quindi, aprendo la valvola presente sulla pompetta, si fa uscire molto lentamente l’aria dal bracciale. Quando la pressione dell’aria nel bracciale sarà uguale a quella arteriosa, un po’ di sangue riuscirà a passare nell’arteria producendo un rumore: il primo rumore udito chiaramente corrisponderà alla pressione sistolica (comunemente detta  MASSIMA). Riducendo ulteriormente la pressione i rumori diventeranno inizialmente più intensi, quindi via via più deboli: la completa scomparsa dei rumori corrisponderà alla pressione diastolica (la cosiddetta MINIMA).

La pressione viene quindi indicata con due valori (ad esempio 120/80): il primo valore indica la pressione sistolica, mentre il secondo quella diastolica.

Oltre agli sfigmomanometri comunemente usati dai medici, sono oggi disponibili anche apparecchi per l’automisurazione domiciliare della pressione arteriosa che consentono una rilevazione automatica. Dei numerosi modelli in commercio, la maggior parte utilizza un bracciale simile a quello già descritto; si tratta in generale di apparecchi che forniscono una misurazione attendibile, anche se non tutti hanno rispettano ib criteri proposti da diverse Società Scientifiche.

Esistono anche dispositivi che effettuano la rilevazione della pressione al polso o al dito della mano, ma sono in linea di massima poco attendibili, salvo rare eccezioni, e non sono attualmente consigliati dalle più recenti linee guida internazionali sull’ipertensione arteriosa.

sfigmomanometro a mercurio
sfigmomanometro con quadrante
sfigmomanometro automatico elettronico

L'ipertensione arteriosa (pressione alta)

L’ipertensione è una malattia che, se trascurata, può provocare insufficienza cardiaca, coronaropatie, infarto, ictus, insufficienza renale ed altre gravi patologie.

Le sue cause sono ancora sconosciute, tuttavia alcuni fattori ambientali (lo stress, il livello di sedentarietà, l'obesità e la dieta), in soggetti geneticamente predisposti può favorire l'insorgere di ipertensione.

L’ipertensione normalmente non si manifesta con sintomi ben chiari, si può soffrirne anche per anni senza saperlo. Tuttavia valori di pressione troppo elevati possono danneggiare il cuore, i vasi sanguigni, i reni, il cervello e altri organi. E' importante misurare la pressione arteriosa con regolarità (almeno una volta all'anno), anche se si sta bene. 

Il valore della pressione varia normalmente nel corso della giornata: aumenta con lo sforzo, le emozioni, il freddo o il dolore e diminuisce con il riposo e il sonno. La pressione tende anche ad aumentare con l’età. Seguendo uno stile di vita sano, alcune persone riescono a ritardare o a prevenire l’aumento della pressione.

Si considera “desiderabile” una pressione che non supera i 120 mmHg per la sistolica (massima) e gli 80 mmHg per la diastolica (minima). Nella tabella successiva è riportatai la classificazione dei livelli di pressione arteriosa.

 

Molti casi di ipertensione sono dovuti ad abitudini di vita non corrette. Fin da giovani è consigliabile mantenere la pressione arteriosa a livelli ottimali seguendo alcune semplici regole di comportamento.

In primo luogo avere una dieta sana ed equilibrata, limitando il consumo del sale, consumando molta frutta e verdura e limitando il consumo di caffè. Per chi conduce vita sedentaria è necessario praticare regolarmente attività fisica, non fumare, tenere sotto controllo il proprio peso (nei soggetti obesi il cuore è sottoposto a sforzi maggiori) e evitare lo stress.

Se una dieta sana e l’esercizio fisico non sono sufficienti per diminuire la pressione è necessario rivolgersi al medico, che potrebbe consigliare una terapia a base di farmaci specifici. 

l'ipotensione (pressione bassa)

La pressione bassa, o ipotensione, è caratterizzata da valori di pressione inferiori alla norma: soffre di ipotensione chi presenta una pressione arteriosa a riposo inferiore a 90/60 mm Hg.

I sintomi della pressione bassa sono molteplici: stanchezza cronica e debolezza muscolare, mal di testa, annebbiamento della vista, vertigini e, nei casi di maggiore gravità, svenimenti. La diagnosi precisa deve essere eseguita da un medico, che poi potrà consigliare il comportamento o i farmaci più adatti per contrastare la malattia.